Nei giorni di metà febbraio era usanza nell’Antica Roma celebrare i Lupercalia, feste dalle radici arcaiche legate al ciclo della morte e delle rinascita della natura.
Tanti i rituali, anche mascherati, talvolta, con i servi che prendevano il posto dei padroni e viceversa, radici ante litteram delle tradizioni del Carnevale. Molte pratiche erano anche rituali di fertilità, legati alla sfera più primordiale della sessualità e divenuti deplorevoli già all’epoca del rado Impero Romano, per essere, poi, definitivamente banditi dai papi cristiani. Nacque così una festività cristiana dedicata all’amore romantico e sotto la protezione di San Valentino,.
Il santo avrebbe donato a una fanciulla povera una somma di denaro, necessaria come dote per il suo sposalizio, evitando così il rischio della perdizione della ragazza. Il generoso dono – frutto di amore e finalizzato all’amore – avrebbe dunque creato la tradizione che vuole il santo vescovo Valentino come il protettore degli innamorati.
Soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, ma anche altrove oramai, il tratto più caratteristico della festa di san Valentino è lo scambio di valentine, bigliettini d’amore.
Fra le citazioni più famose delle valentine, Ofelia, nel IV atto dell’Amleto canta vaneggiando:
“Domani è san Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserò alla tua finestra, voglio essere la tua Valentina“.
La tradizione dei bigliettini sopravvive ancora oggi, accanto allo scambio di doni di vario genere.
Una bottiglia di vino non è, forse, un regalo perfetto?
Non è un semplice regalo, è donare un momento da condividere e il Taurasi è garanzia di offrire qualcosa con significato speciale nascosto.
E’ un vino complesso, molte le sfaccettature quelle in una coppia, in più mantiene tutte le promosse, è longevo, specie se è un Taurasi Riserva.
L’etichetta che proponiamo è il Taurasi Riserva DOCG Campore, vendemmia 2008.
