Il carnevale montemaranese termina la domenica successiva al martedì grasso, con il “Carnevale Morto”, quando, dopo il commiato funebre, ironico, ci si lancia in un ultima danza sfrenata fino alla rottura della pignata, dalla quale fuoriescono biscotti e dolci, di buon auspicio per la primavera agreste che verrà. La Maschera storica, simbolo del Carnevale di Montemarano è il Caporabballo, colui che dirige la tarantella ritmica e coinvolgente che si balla in cerchio. La montemaranese non ha un schema preciso, non ha un inizio nè una fine, è una musica d’ improvvisazione crescente, proporzionale al cerchio che si allarga e si moltiplica, che coinvolge sempre più cittadini e visitatori e in cui confluisce l’energia della coralità e della spontaneità che la caratterizza. Alcune fonti ritengono che questa danza abbia origini bulgare, altre sostengono l’autenticità delle sue origini irpine.
Presso il Palazzo – Castello di Montemarano, il castello medievale che nel ‘600 ospitò anche Gianbattista Basile, negli anni in cui ultimava “Lo cunto de li cunti”, è possibile visitare un’interessante mostra pittorica di Aldo De Francesco, intitolata “Festabarocca”, in cui, il rosso predominate e la dinamicità plastica delle maschere estatiche rimandano alle baccanali greche, ai saturnali e alle atellane romane , le feste antesignane del Carnevale.