E’ è arrivata la Domenica delle Palme, che apre la Settimana Santa e, fra sette giorni, sarà Domenica di Pasqua.
E’ questo tempo di riflessione, ma, soprattutto, di rinascita alla vita, la cui più importante metafora è la primavera, con la natura tutta che germoglia e rifiorisce, per ricominciare il ciclo delle stagioni.
L’agricoltura, da sempre, è intrinsecamente legata ai riti religiosi, cominciando da Pasqua, il grano per i Sepolcri il Giovedì Santo, e per finire con la festa del Ringraziamento alla fine dei raccolti.
In ogni dove, anche la tavola festeggia con ricette particolari il tempo delle feste, Pasqua compresa.
Se facessimo un giro d’Italia a tavola avremmo modo di comprendere come la biodiversità è il risultato di usi e costumi diversi delle nostre contrade, la vera ricchezza di un paese fatto di tante sfaccettature, anche con varianti fra borghi distanti solo pochi chilometri.
In Irpinia un piatto della tradizione sono i cavatelli con il puleo, un’erba spontanea di origine antichissima, molto aromatica e profumata, che ricorda un po’ la menta, con un pizzico di nota piccante.
Se Teresa Di Pietro del Ristorante Di Pietro a Melito Irpino è la cuoca che inserisce questa pasta, ottenuta da un impasto di farina e acqua e cavata con un sol dito, nelle sue proposte più tradizionali, le massaie sono le custodi silenziose delle tante tradizioni culinarie.
E’ una signora del luogo, infatti, Emanuela Brogna, che mi ha raccontato che, a Montefusco, la Domenica delle Palme si porta in tavola una variante diversa di questa ricetta: i fusilli con il puleo,
I fusilli sono, infatti, la pasta a mano regina della tavola irpina, fatta con il fuso di ferro, per dare la caratteristica forma arricciata.
Un piatto interessante per cominciare i riti della tavola di Pasqua, non è eccessivamente ricco, come deve essere la tavola nella Settimana Santa.
I fusilli vengono, infatti, conditi non con un ragù di carne, ma con il soffritto di un pesto fatto di quest’erba selvatica, aglio e peperoncino, cui viene aggiunto il pomodoro.
L’abbinamento perfetto potrebbe essere l’Aglianico Campania 2016, un mix di frutto, struttura e con un finale speziato, per chi preferisce maggiore opulenza l’Aglianico Irpinia Corte di Giso.
Ci sarà tempo, poi, per il trionfo di pizze con l’erba, pizze ‘chiene, soppressata, minestre maritate, agnelli, pastiere, i cibi della Pasqua in Irpinia e per altre proposte di vini per le feste.
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