D. Mastroberardino

Cantine Aperte è l’appuntamento che porta tanti appassionati di vino in giro per vigne e cantine l’ultima domenica di maggio.

Negli anni, Terredora ha dato spazio ad iniziative diverse, ma è già da qualche tempo che privilegia l’idea di un’accoglienza dove non regni confusione, ma modo e tempo di incontrare e conoscere chi verrà.

Le visite guidate, di mattina come di pomeriggio, restano il momento centrale dell’esperienza in cantina, ma la grande novità è aver voluto ospitare un ristoratore perché il vino è sempre protagonista della buona tavola.

Terredora vuol dire Irpinia e per questo appuntamento gourmande, il primo di tanti altri che verranno, non si poteva non cominciare con uno chef del territorio.

La scelta è ricaduta su uno degli interpreti delle zone più remote della provincia, Nusco, dunque l’Alta Irpinia.

Luciano Colucci è il patron, infatti, dell’albergo del luogo.

Per questa specialissima giornata che è Cantine Aperte ha studiato delle proposte che raccontino l’Irpinia in maniera autentica.

Spazio alla tradizione, con le paste a mano che si potrà osservare preparare nel laboratorio artigianale, ma anche con le carni, la pietanza delle feste.

Diversamente dalle edizioni passate, altra novità è che quest’anno Cantine Aperte si concluderà con la cena in cantina, ultimi ingressi entro le 20:30.

Se le proposte per il pranzo e la cena vanno incontro alle esigenze di chi vuol godersi con calma e tranquillità lo stare fra botti e tini, apprezzando la buona tavola e i vini Terredora, non mancheranno proposte più easy.

Per i turisti che arriveranno nel pomeriggio, fra le 16:00 e le 19:00, è prevista una merenda fatta di un piatto di specialità servito con un calice di vino.

Per chi, invece, è alla ricerca di un’esperienza più veloce, per vedere tante cantine in un giorno, Terredora accoglierà l’iniziativa di solidarietà a favore dell’Airc. Acquistando il calice si avrà l’opportunità di un assaggio-degustazione di due diversi vini.

Spazio anche all’artigianato che diventa arte con un percorso fra le ceramiche calitrane della Mac ospitate, in maniera originale, fra gli impianti di cantina, per diventare installazione nell’installazione.

Calitri, altro posto dell’Alta Irpinia, è uno dei centri più prestigiosi per la ceramica nella regione, anche se, certamente, non fra i più rinomati al grande pubblico. Il territorio di Calitri è, infatti, assai ricco di argille idonee ad essere facilmente manipolate. Pur mancano prove per datare la lavorazione del materiale sin dai tempi antichi, la copiosa presenza della materia prima ed il recupero di oggetti di ceramica ritenuti risalenti al periodo IV-III A.C., rendono plausibile l'ipotesi dell'impianto di fornaci sin da allora; certamente la ceramica si lavora a Calitri in epoca rinascimentale come attesta un documento conservato presso l'Archivio di Stato di Parma, dove si fa riferimento ad un ordine di vasi da spedire nella Capitale.

Il vino, dunque, diventa il gioioso ambasciatore di un territorio e di tutte le ricchezze che questo racchiude in particolare in un giorno di festa come è diventata l’ultima domenica di maggio.

In altre parole, venire da Terredora per Cantine Aperte è ritagliarsi l’esperienza di viaggio a propria misura.

A presto.